Società di capitali, il Direttore Generale risponde come gli amministratori
Nei reati fallimentari legati alle società di capitali anche il Direttore Generale figura tra i soggetti attivi; riveste infatti un ruolo apicale e deve rispettare le leggi e lo statuto societario come gli amministratori.
La Corte di Cassazione con sentenza del 3 settembre 2018 n. 39449, afferma che il Direttore Generale ha una posizione assimilata, per legge, a quella degli amministratori, specie per gli ampi poteri dei quali dispone.
Nella sentenza depositata ieri dalla V Sezione Penale, era chiamato a giudizio il D.G. di una società che aveva distratto una rilevante quantità di somme, cagionato il dissesto societario mediante falsi in bilancio e operazioni dolose ed infine sottratto o falsificato le scritture contabili.
Nonostante egli giustificasse la sua estraneità alla direzione aziendale, limitandosi ad eseguire le direttive del CdA, i giudici hanno evidenziato che la sua figura, ex art. 233 della Legge Fallimentare, riveste un ruolo di importanza nelle società di capitali: non a caso, la figura del direttore generale è modellata su quella degli amministratori anche se legato alla società non da un rapporto organico, ma da un rapporto di dipendenza.
Paradigma ha organizzato a Milano il 26 e 27 settembre 2018 il convegno su: “Ruolo degli amministratori nelle società di capitali”, appuntamento annuale per confrontarsi sui temi inerenti obblighi e responsabilità dei vertici aziendali.
L’incontro fornirà ai partecipanti le linee guida per una gestione aziendale compliant con le regole di buona governance e con i principi giurisprudenziali nel contemperamento di obblighi, responsabilità e forme di tutela.