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AI, General Counsel a confronto

AI, General Counsel a confronto

Segnaliamo un interessante articolo comparso sul numero 108 di MAG  [pag.123-128] che ripercorre un momento dell’incontro Annual 2018 General Counsel già alla quinta edizione.

AI, GENERAL COUNSEL A CONFRONTO

Can robot be lawyers?

Con questo interrogativo si apriva il paper universitario americano firmato da Dana Remus e Frank S. Levy a fine 2016, che analizzava l’impatto dell’intelligenza artificiale (AI) sull’occupazione in ambito legale. Un impatto che stando alle stime degli studiosi avrebbe potuto condurre a tre possibili scenari entro il 2021: una riduzione degli organici del 5% in caso di bassa penetrazione dell’AI, del 20% in caso di media, e dell’80% di alta.

Da questa stessa domanda è partita la discussione della tavola rotonda Introduzione di sistemi di artificial intelligence (AI) nei servizi legali – che ha visto la partecipazione di Alessandro De Nicola (senior partner di Orrick Herrington & Sutcliffe), Sandra Mori (DPO di Coca-Cola Europe), Agostino Nuzzolo (General Counsel e Legal Affairs Executive Vice President di TIM) e Umberto Simonelli (Chief Legal & Corporate Affairs Officer di Brembo) – tenutasi in occasione dell’incontro Annual 2018 General Counsel  di Paradigma.

L’impatto delle nuove tecnologie e, in particolare dell’intelligenza artificiale, sul comparto dei servizi legali è infatti un tema che preoccupa sia i grandi studi che i giuristi d’impresa. Entrambi temono infatti di potersi trovare, in un futuro più o meno lontano, in diretta concorrenza con dei robot sempre di più in grado di gestire attività al momento in mano agli umani.

«L’intelligenza artificiale oggi in uso nel settore – fa notare De Nicola – è quasi tutta “reattiva”, e cioè richiede la collaborazione dei professionisti che, inserendo nei sistemi immense banche dati, consentono alla tecnologia di rispondere ad alcune esigenze specifiche. Si tratta per lo più di sistemi elementari, in grado di coprire mansioni gestionali ripetitive, a livello di dipartimento, fatture e personale. Tra gli studi legali, in particolare, inizia inoltre a diffondersi un numero crescente di software internazionali, come Luminance, Predictice, Kyra System e Nakhoda, in grado di seguire il drafting e la revisione dei contratti o le due diligence (si veda MAG N. 88) e di far risparmiare tempo ai professionisti, creando in pochi minuti dei semilavorati più o meno sofisticati. Il vero punto è però che c’è anche – continua De Nicola – un’intelligenza reattiva e creativa su cui si sta lavorando tantissimo, soprattutto oltreoceano, destinata ad arrivare prima o poi anche in Italia. Si tratta di strumenti le cui capacità si affinano continuamente e che sono in grado di interloquire con i professionisti e di rispondere alle esigenze dei propri utilizzatori.»

«Tra le intelligenze in uso negli Stati Uniti ci sono ad esempio – come aggiunge Nuzzolo – i programmi che profilano giudici e avvocati, come Ravel Law e Premonition, che consentono attraverso le legal analytics di capire come decidono, quali argomenti usano, suggerendo le migliori argomentazioni e obiezioni. Cosa sta succedendo invece all’interno delle direzioni legali? Che livello di penetrazione ha raggiunto l’intelligenza artificiale? E più in generale quale approccio alla tecnologia si sta adottando?»

IL CASO COCA-COLA

«Da un paio d’anni Coca-Cola ha iniziato a sentire sempre più forte l’esigenza di dotarsi di tecnologie e digitalizzarsi», racconta Mori. La multinazionale ha censito minuziosamente le attività dell’ufficio legale in tutto il mondo (composto da circa 250 persone) prima di stabilire su quali tecnologie investire. Al momento sta sperimentando dei contract management tool e degli strumenti che aiutino i legali a rivedere e approvare i materiali di marketing (etichette, disegni e pubblicità).

L’azienda si è inoltre rivolta all’intelligenza artificiale. «Usiamo Sara, una tecnologia di Microsoft, che ha diverse funzionalità e che utilizzata da diversi dipartimenti della società, soprattutto da quello commerciale. Lato legal, Sara consente ai nostri brand manager di fare in pochi secondi delle ricerche preliminari sui marchi registrati, senza doversi rivolgere al giurista esperto di IP. Per ora è la prima applicazione in ambito legale. Per la nostra direzione è infatti più faticoso lasciare totale autonomia di decisione a questi strumenti e lo sarà sicuramente anche nei prossimi mesi», spiega l’avvocato.

IL CASO BREMBO

Anche il team legale di Brembo si è aperto alla digitalizzazione e all’innovazione, lavorando in prima persona, anche manualmente, a dei sistemi in grado di snellire l’operato dell’ufficio in house.

«Abbiamo cercato di ridurre la complessità in semplicità, prendendo spunto dalla metodologia industriale», spiega Simonelli ricordando che la direzione legale dell’azienda, conta 20 professionisti nel mondo che devono occuparsi delle questioni relative a 16 controllate. «Abbiamo mappato le esigenze del business raccogliendo le attività legali in sei processi (m&a, legal, governance, compliance, ip, management) e tre macro aree (standardizzazione, servizi su misura e strategie di business) per verificare in che modo potevamo semplificare e velocizzare il più possibile il nostro supporto. Ad esempio, abbiamo standardizzato 300 contratti in 16 lingue e legislazioni e li abbiamo condivisi nella nostra intranet. Anche nell’area dei servizi su misura abbiamo identificato alcuni elementi che potranno essere trasferiti all’intelligenza artificiale o alla tecnologia, tra cui il training, la prevenzione del rischio e lo sviluppo e la protezione di intangibili. Attività come la negoziazione, il project management saranno invece a mio avviso insostituibili, così come la consulenza strategica». La direzione legale di Brembo ha inoltre messo a punto un sistema di rating delle clausole contrattuali, racconta Simonelli. «Abbiamo studiato 110 contratti e abbiamo estratto da questi, in base alle prassi consolidate nell’automotive, ciò che non è mai negoziabile, ciò che lo è, e ciò che va già bene. È il presupposto dell’intelligenza artificiale. Questo tipo di attività, ora che è stato verificato a seguito della nostra analisi manuale dei contratti, potrà essere automatizzata completamente», chiude l’avvocato. (r.i.) [scarica il numero 108 di MAG]

Per informazioni sul materiale disponibile dell’evento Paradigma potete scrivere a dzannini@paradigma.it

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