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Col Decreto Crescita nuovi incentivi fiscali per gli impatriati

Col Decreto Crescita nuovi incentivi fiscali per gli impatriati

Dal 1° maggio sono operative nuove agevolazioni per chi trasferisce la propria residenza in Italia.

A patto di non avervi risieduto negli ultimi 2 anni (anche senza iscrizione all’Aire), si può beneficiare di una tassazione limitata al 30% del compenso da lavoro dipendente per un periodo di 5 anni, con una permanenza minima nel nostro Paese di almeno 24 mesi.

 

Possono usufruire di questa particolare agevolazione i redditi di lavoro dipendente, i redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente e i redditi di lavoro autonomo prodotti in Italia (a partire dall’anno 2020). La nuova formulazione dell’art. 16, c. 1 del D. Lgs, n. 147/2015, ricomprende anche i redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente (tra cui i compensi di amministratori, sindaci e revisori di società).

 

Meritevoli di particolare segnalazione sono, inoltre, la riduzione del periodo minimo di residenza all’estero prima del trasferimento in Italia dei lavoratori interessati (da 5 a 2 periodi d’imposta) e la circostanza che l’impresa con la quale si ha rapporto di dipendenza abbia o meno una stabile organizzazione in Italia. Infine, si ricorda che il nuovo regime vale per tutte le categorie di lavoratori.

 

Le novità normative in questione verranno esaminate nell’ambito del corso professionalizzante “La gestione dei lavoratori impatriates e expatriates organizzato da Paradigma per il 12 giugno prossimo a Milano.

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