Contratti a termine: superamento dei vincoli del Decreto Dignità
Con un articolo apparso sul Sole 24 Ore di ieri, l’Avv. Giampiero Falasca esamina gli spazi presenti nella contrattazione collettiva per derogare alla rigida disciplina dei contratti a termine introdotta dal D.L. “Dignità” (n. 87/2018).
In particolare, l’a. evidenzia come sia i contratti collettivi nazionali e aziendali sia i contratti di prossimità presentino margini per attutire le conseguenze del decreto.
In particolare, per quanto concerne i contratti di prossimità, tale fine viene perseguito intervenendo sulla causale, differendo nel tempo il momento dal quale ne diventa obbligatoria l’introduzione o, in alternativa, con l’individuazione di causali aggiuntive rispetto a quelle legali.
Sul punto Rita Querzè, sul Corriere della Sera del 24 maggio scorso, evidenziava come in tali accordi, a fronte dell’allungamento dei contratti a termine oltre il limite dei due anni stabilito dalla legge ottenuto dalla parte datoriale, insieme all’esonero dalla specificazione delle causali, i sindacati riescano di solito a spuntare la stabilizzazione di una data quota di lavoratori a termine.
Tra i casi aziendali citati dal Corriere, quelli di Philip Morris di Bologna, Acciai speciali di Cogne, Epta, Honda di Atessa, Aurubis di Pianodardine, Glm di Castelnuovo, Genertel, Alleanza assicurazioni.
Paradigma approfondirà il tema della contrattazione aziendale e delle deroghe alla disciplina del rapporto di lavoro nel convegno in programma a Roma il 4 luglio e a Milano il 10 ottobre prossimi.
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