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Dai finanziamenti bancari alle imprese alla sicurezza del lavoro, è tempo di “scudi”?

Dai finanziamenti bancari alle imprese alla sicurezza del lavoro, è tempo di “scudi”?

Mentre si susseguono i decreti legge approvati, convertiti in legge o anche soltanto annunciati (si sprecano le ironie sul decreto “Aprile” ormai diventato “Maggio”), emergono via via i nodi non affrontati, o perlomeno non risolti, dalla produzione normativa emergenziale finora varata.

 

In particolare, a destare una certa preoccupazione sono i profili di rischio penale che si concentrano intorno ai datori di lavoro e alle banche.

 

Per i primi, in particolare, il problema risiede nel fatto che l’art. 42 del D.L. “Cura Italia” abbia previsto che l’infezione da COVID-19 contratta “in occasione di lavoro” dia luogo a “certificato di infortunio”, il che, a parere di taluni, legittimerebbe possibili addebiti della magistratura a carico del datore di lavoro che abbia previsto che la persona infettatasi si recasse in sede a svolgere la propria prestazione. Si invoca dunque, per sgomberare il campo da possibili evenienze di tal fatta, il riconoscimento, in uno dei prossimi decreti, di uno “scudo” penale per gli imprenditori che abbiano correttamente adempiuto agli obblighi di cui al protocollo delle parti sociali in materia di salute e sicurezza dei lavoratori in tempo di “COVID-19” già siglato a marzo e integrato a fine aprile.

 

Analoga misura “protettiva” viene richiesta, per il mondo bancario, relativamente all’attività di concessione del credito relativa ai prestiti con garanzia statale previsti dal D.L. “Liquidità” (e in parte anche dal D.L. “Cura Italia”), giacchè incombono sugli istituti di credito le ombre del possibile concorso in bancarotta preferenziale, stante la natura della garanzia in questione, e della concessione abusiva di credito, laddove si rischi di elargire credito a soggetti le cui condizioni economiche non erano “ottimali” già ante crisi pandemica (ragione per la quale taluno ha proposto di affidare a professionisti indipendenti il compito di rendere una certificazione attestante il quadro di salute delle imprese prima di tale evento, v. Italia Oggi del 18 aprile).

 

I profili penali della posizione dei datori di lavoro e delle banche rispetto alle potenziali criticità sopra descritte saranno tra gli ambiti esaminati nelle iniziative di approfondimento che Paradigma ha dedicato a due dei temi più rilevanti del “post lockdown”, rispettivamente il primo in quello su crisi di impresa, ristrutturazioni aziendali e strumenti  idonei ad assicurare la continuità aziendale (19 e 20 maggio) e il secondo in quello dedicato alla salute e alla sicurezza sul lavoro (21 e 22 maggio).

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