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Golden power e prevedibilità del suo esercizio: un tema cruciale

Golden power e prevedibilità del suo esercizio: un tema cruciale

Se, da più parti, si auspica che l’applicazione del Golden power pervenga, quanto prima, ad una maggiore prevedibilità dei presupposti e dei casi di possibile esercizio, a conferma della natura sostanzialmente amministrativa, e non di strumento di politica industriale, di tale istituto, la prassi sembra offrire spunti che, in realtà, inducono a porsi dubbi sul fatto che ciò possa avvenire.

La complessità delle operazioni di M&A soggette a obblighi di comunicazione, ai sensi della normativa sul Golden power, presenta aspetti tra loro non sempre facilmente scindibili, nel cui quadro l’esercizio dei poteri speciali, prima facie orientato verso un determinato obiettivo di tutela, ne consegue indirettamente anche altri, voluti o meno che siano da parte del soggetto titolare del potere, ma percepiti e comunicati come risultato del Golden power dai mezzi di comunicazione di massa.

Pensiamo, ad esempio, al recente caso dell’esercizio del Golden power nel caso Whirpool, nel quale il Governo, su proposta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha adottato prescrizioni, nell’operazione di fusione con Arçelik, finalizzate a salvaguardare il patrimonio tecnologico dell’impresa, e quindi indirettamente anche i livelli occupazionali dei siti produttivi italiani, ma la gran parte delle testate giornalistiche ha fatto riferimento a un uso del Golden power, nel caso di specie, avvenuto “a tutela dei livelli occupazionali”, che in tutta evidenza non ne costituisce presupposto di esercizio.

Altro caso di “conseguenza prodotta ma non voluta” legata al Golden power riguarda la “Pirelli”. In tal caso, siamo di fronte a un esercizio dei poteri speciali non ancora avvenuto, ma atteso a breve, alla luce dei nuovi patti parasociali che prevedono una maggiore rappresentanza in CdA di esponenti espressione del socio di maggioranza cinese (Sinochem), nonché alla luce della possibilità concreta che, scaduti tali patti, Sinochem possa addirittura indicare l’amministratore delegato. Sinochem rientra, dal 2020, tra le società presenti nella black list del Pentagono in forza dei legami tra essa e le forze militari cinesi, e molto vivo è il timore sulle sorti delle tecnologie e del patrimonio di ricerca e sviluppo di Pirelli. Qui, l’attesa per quanto potrà accadere ha prodotto i suoi effetti sul corso del titolo in Borsa: un quotidiano finanziario (Milano Finanza) titolava difatti, alcuni giorni orsono, “Pirelli, il golden power è un fardello sulle azioni”, alludendo evidentemente al fatto che il valore in Borsa della società sconti un’incertezza sulle prospettive di crescita legate all’esercizio dei poteri speciali, in un contesto nel quale l’assetto proprietario è quello in precedenza descritto, e nel quale non sarà facile trovare una soluzione che non comprometta la futura creazione di valore. Anche in tale fattispecie, dunque, il Golden power incide “al di là del voluto”, amplificato nelle sue possibili implicazioni concrete, stavolta già allo stadio della mera potenzialità.

Il tema del Golden power, in tutti i suoi profili di diritto amministrativo, societario e di prassi applicativa, verrà analiticamente approfondito, con il contributo di alcuni dei più autorevoli esperti della materia, nel webinar che Paradigma ha organizzato per il 5 luglio prossimo.

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