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Censimento Istat delle Istituzioni pubbliche: una prima “fotografia” del lavoro da remoto nelle PA

Censimento Istat delle Istituzioni pubbliche: una prima “fotografia” del lavoro da remoto nelle PA

Sono stati resi disponibili il 15 dicembre scorso, sul sito web istituzionale dell’Istat, i risultati preliminari del “Censimento permanente Istat delle Istituzioni pubbliche” per la parti concernenti “smart working e impatto CovId-19” e “digitalizzazione”.

 

Tale rilascio anticipato è dovuto, specifica l’Istituto Nazionale di Statistica, alla “particolare rilevanza e attualità del tema” (evidentemente, anche al fine di fornire un’utile base di valutazione ai fini delle politiche pubbliche e delle negoziazioni contrattuali in materia).  Si tratta di risultati che riguardano tutte le Istituzioni Pubbliche e il personale civile in servizio presso di esse, con esclusione del personale delle scuole, (per il quale le informazioni sono acquisite attraverso altro canale).

 

I dati raccolti forniscono un quadro in vari casi coincidente, anche se (fortunatamente) non del tutto, con le informazioni diffuse in modo disorganico dai mezzi di informazione nei mesi scorsi. È il caso, ad esempio, dell’accesso in modalità sicura ai dati da remoto e della dotazione software per collaborare da remoto: per entrambi si registra una diffusione certamente non ottimale, ma non per questo irrilevante, con un 57,8% dei dipendenti cui sono stati forniti dalla propria amministrazione gli strumenti per l’accesso sicuro e il 51,6% che ha avuto la possibilità di utilizzare piattaforme collaborative. Nel complesso, i più penalizzati nel fruire di tali strumenti sono stati i dipendenti dei Comuni con meno di 5 mila abitanti (rispettivamente 51,3% per l’accesso sicuro e il 42,2% per le piattaforme collaborative) e degli Enti pubblici non economici (42,3% e 45,8%).

 

Le dotazioni per l’accesso sicuro e la collaborazione non sono da intendersi però, nella maggior parte dei casi, come comprensive della messa a disposizione della “macchina” dalla quale operare: l’utilizzo, per il lavoro da remoto, di dispositivi personali (modalità BYOD) ha rappresentato la misura adottata dal maggior numero di istituzioni pubbliche (77,4%) appartenenti a tutte le forme giuridiche.

 

Sul fronte della digitalizzazione, a balzare agli occhi come dato particolarmente allarmante è la diffusa percezione, presso le istituzioni pubbliche, di un’inadeguata formazione sul fronte ICT: il 67% delle istituzioni pubbliche individua in tale fattore il principale ostacolo al processo di digitalizzazione (in misura prevalente le amministrazioni locali, con il 76,6% dei Comuni e il 71,4% delle Città metropolitane). Ancorchè minore, è significativa la condivisione di tale criticità da parte delle Amministrazioni centrali (44,1%).

 

I dati del monitoraggio Istat saranno certamente un’utile base di valutazione per il Dipartimento della Funzione Pubblica per le azioni future, nonchè per tutte le amministrazioni pubbliche chiamate a ridisegnare il lavoro agile alla luce del recente aggiornamento delle Linee Guida ministeriali.

 

Il lavoro agile nelle PA e l’adozione del nuovo Piano Integrato di Attività e Organizzazione (entro il 31 gennaio 2022) costituiranno oggetto del webinar Paradigma previsto il 18 gennaio prossimo.

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