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Smart working: verso un autunno di incertezze normative e organizzative?

Smart working: verso un autunno di incertezze normative e organizzative?

Mentre parrebbe imminente la pubblicazione in G.U. del Decreto Legge c.d. “Trasporti” approvato dal Consiglio dei Ministri del 3 settembre scorso, nel quale verrà prevista la possibilità di richiedere lo smart working da parte del genitore lavoratore il cui figlio (under 14) dovesse essere sottoposto a regime di quarantena a seguito di contagio da Corona-virus (in alternativa, laddove lo smart working non fosse possibile, sarà introdotta la possibilità di fruire di un congedo straordinario retribuito al 50%), si avvicina la data del 15 ottobre in cui cesserà lo stato di emergenza sanitaria.

 

La fine dello stato di emergenza porterà con sé anche il venir meno della possibilità di utilizzare, quale cornice giuridica entro cui inquadrare le prestazioni lavorative svolte in smart working, la modalità semplificata di attivazione disposta dagli interventi normativi emergenziali dei mesi scorsi. Si determina quindi un problema organizzativo di un certo rilievo per tutte le realtà aziendali nelle quali non ci si è posti per tempo la questione della messa a punto dei necessari accordi per lo svolgimento dello smart working in “tempi normali” o “quasi normali”.

 

Molte tra le imprese di maggiori dimensioni hanno già sposato da tempo, in misura più o meno radicale, il cambiamento organizzativo connesso allo smart working e sono arrivate già “attrezzate” al momento di affrontare l’emergenza Corona-virus; così non è stato per altre imprese, che si troveranno ora giocoforza, terminata la copertura temporanea di legge, a porsi il tema smart working sia in ottica di scelte sulla nuova organizzazione del lavoro a medio termine, sia perché, anche se dovesse cessare lo stato di emergenza il 15 ottobre, il Corona-virus non sparirà certo per assenza di previsione normativa in tale data, e quindi occorrerà nell’immediato porre almeno una parte dei lavoratori in smart working a fini di prevenzione sanitaria, mancando in molte sedi aziendali gli spazi necessari per attuare il distanziamento.

 

Si apre dunque una nuova stagione di accordi individuali di smart working da stipulare in tutta fretta?

Parrebbe proprio di sì, a meno che il Governo non intenda ovviare a questo possibile inconveniente per molte imprese con un ulteriore intervento di proroga normativa delle modalità semplificate di attivazione o, come la stessa ministra Catalfo ha lasciato intendere, non colga l’occasione per modificare la legge sullo smart working, prevedendo magari una disciplina normativa stabile circa il suo utilizzo al ricorrere di particolari situazioni di pericolo per la salute dei lavoratori.

 

L’evento sullo smart working organizzato da Paradigma giovedì 8 ottobre 2020 mira ad approfondirne tutti gli aspetti e le implicazioni concrete, giuridiche, organizzative e di ritorno positivo per imprese e lavoratori che vi fanno ricorso.

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